Licenziamenti per Big Tech
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di: Fabio Mattis

Da un po’ di tempo leggo in giro che le aziende Big Tech stiano licenziando un sacco di persone.
Dopo la pandemia abbiamo avuto il ritorno ad un lavoro più in presenza.
Lo smart working non è utilizzato come tre anni fa.
Non sono mai stato contrario a questa forma di lavoro, in fondo io lo pratico da quasi 20 anni e non ho riscontrato effetti collaterali (scrivo mentre in fondo alla grotta dove mi trovo, mi sto grattando le natiche con un femore trovato per terra – e sono vegetariano)
Diciamo che se poi vai a lavorare e i non sopporti i colleghi o peggio sei oggetto di mobbing, o peggio ancora devi ascoltare il tifoso di squadra X spiegarti perché la Juve meriterebbe la radiazione e l’allontanamento in una galassia lontana lontana, forse la grotta acquista un fascino rétro.
Sentirsi sociale come il nonno di Heidi diventa una visione ottimistica verso il futuro.
Tornando alla prima riga del discorso qui esposto penso che decentralizzare il lavoro non abbia giovato ai capoccia nerdosi con i colletti bianchi che forse speravano che questa situazione perdurasse per più tempo.
Ci hanno inculcato la parola resilienza che, per quanto mi riguarda, mi fa lo stesso effetto di quando mi arriva una gentile lettera dell’agenzia delle entrate.
Ma il genere umano non ha per niente voglia di resilienza, ma vuole le sue abitudini e la “nuova normalità” la caccia volentieri nel cestino insieme alla ricevuta della giocata al superenalotto.
Percui tutto il mainstream accondiscendente alla “nuova cultura” ora si straccia le vesti perché il tech per sopravvivere ha meno bisogno di braccia e teste umane.
E come al solito non tutto il male viene per nuocere
Rassegna Web Martedì 24 Gennaio 2023 12:16
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